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Una volta, qualche anno fa, il papà di uno di noi
che ora non cè più, il papà di un Angelo
con il 24 sul cupolino e nel cuore, ci ha definiti così:
Mi aveva tanto parlato di voi,
ma a dire il vero non lo avevo mai ascoltato
più di tanto, ma essendo un gran capoccione
me li ha voluti far conoscere ad uno ad uno,
questi ragazzi da abbracciare come figli
propri, immersi in quelle loro tute di pelle,
con i loro caschi sgargianti , tutti veri DURI!
Gente che su strada non abbassa mai lo sguardo.
Ma provate ad alzare loro quelle visiere scure
da marziani e troverete occhi splendidi,
puliti, gonfi di quelle lacrime vere
in cui puoi annegare ed arrivare fino infondo
alla loro anima per vedere comè candida.
Provate poi a togliergli quelle tute
e troverete al loro interno dei bambinoni
innamorati della vita, del week-end
a bistecche e salsicce, ma ancora bisognosi
di un padre e di una madre che li prenda
per mano quando la sorte inizia a giocare duro.
Si dice che
ogni volta che saliamo in sella ai nostri destrieri
insieme a noi salgano pure Angeli e Diavoli
E vero! Rappresentano quel dualismo
che rende questo modo di vivere così
denso di emozioni che a volte il cuore pare
voler saltar via dal petto
e mettersi a correre, ad urlare.
Diavoli che girano quel polso
in maniera a volte così irrazionale e violenta
che lo skizzo di adrenalina ti arriva
diritto al cervello senza passare dal via,
lasciandoti tremori per lunghissimi
interminabili minuti,
e Angeli che portano il volto e la voce
di chi non è più con noi,
dei nostri affetti,
delle nostre paure ed esperienze
costruite sulle nostre ossa rotte.
Sì, è vero, in moto si muore, capita
può capitare ad ognuno di noi e ci si fa male,
tanto male, ma quanta vita si trasforma
in ricordi bellissimi, in attimi eterni,
in risate così fragorose da far tornare il sole
anche in una fredda e piovosa
giornata di novembre!
Parlate con ognuno di noi
e fatevi raccontare un giro,
un aneddoto, una curva e perdetevi
in quello sguardo che comincia a scintillare,
nelle risate, nel sorriso che, spontaneo,
stira gli angoli del viso e distende la fronte.
Parlate con ognuno di noi
e chiedetegli cosa sarebbe di lui
se un giorno dovesse rinunciare a questa passione
e preparatevi a sentire lurlo del silenzio,
a vedere quello sguardo di bimbo
diventare lo sguardo di un marinaio
costretto a vivere a terra con il mare in vista
o di un pilota che guarda
il cielo ancorato a terra.
In moto si muore, è vero
Ma non esiste modo migliore per vivere
Il tempo che ci è consesso
E se ancora non avete capito
Beh, lasciate perdere, non lo capirete mai
Ma se un domani,
andando al mare con la vostra famiglia
automobilisticamente corretta,
dovesse sopraggiungere uno di Noi
e vedreste vostro figlio girarsi di scatto e salutare
sbracciando come un pazzo,
rinunciate a capire anche lui.
Lui che nella sua incoscienza
vede in Noi quella scintilla
che voi non siete stati capaci di scorgere.
E se vedrete il Motociclista ricambiare il saluto
Beh, non cè nulla di strano sapete?
Tra Angeli in terra ci si saluta sempre
Ma questo, chi ha perso le ali, non lo ricorda
Motociclisti strana, meravigliosa gente!